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Musei accessibili: dialogo tra spazio e cyberspazio

Con la pandemia si è affermato il cambiamento delle modalità di accesso, di fruibilità e partecipazione ai luoghi di cultura: la possibilità di esplorare musei azzerando le distanze registrata dalle visite virtuali durante i due lockdown ne è l’emblema.

In realtà l’attenzione dei direttori museali verso i virtual tour c’era già negli ultimi anni fino ad accelerare durante i lockdown, rafforzando quella che è la responsabilità civica e la componente democratica di accessibilità, propria della cultura.

Per l’ICOM (International Council of Museums) infatti il Museo è un’istituzione permanente, al servizio della società e del suo sviluppo, aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente: le acquisisce, le conserva, le comunica e soprattutto le espone a fini di studio, educazione e diletto.

In altri termini quindi un museo si occupa di conservazione, ricerca scientifica e comunicazione.

Ed è qui spiegata la responsabilità civica che lo caratterizza: la società ha bisogno di riconoscersi in una storia, nel passato, per poter avere un’identità propria caratteristica nel presente. I musei conservano gli oggetti e le memorie che confluiscono nel patrimonio culturale della comunità affermandosi come trait d’union tra passato e presente, svolgendo un ruolo conservatore per la comunità, comunicando con essa attraverso gli oggetti, che devono essere raccolti e trattati con massimo rigore scientifico. 

Il mondo del museo è scandito da importanza del tempo e riflessione intima. Tutto l’opposto del mondo online che invece è caratterizzato dal “tutto e subito”, alla portata e alla velocità di un click.

Che relazione potrà mai esserci quindi tra l’esperienza di visita reale di un museo e quella virtuale?

Una visita virtuale è un modo generico per indicare l’esplorazione virtuale, “da remoto”, di un luogo di particolare interesse storico, architettonico o scientifico. Esplorazione che si attiva utilizzando strumenti digitali che permettono di compiere una visita a distanza attraverso un device che sia esso smartphone o personal computer.

L’avvento della tecnologia che muove in questa direzione, ha fatto sì che si potesse delineare una duplice forma di esperienza museale: l’esperienza in loco o in presenza migliorata dall’utilizzo di media, che si connota come immersiva e multisensoriale; l’esperienza fuori sede o da remoto mediata dalla tecnologia, che è on demand e consente sia la personalizzazione che la condivisione delle informazioni. 

In questa duplice ottica con l’introduzione della tecnologia come strumento culturale, le visite in presenza, all’interno degli spazi stanno diventando sempre più interattive, quelle in assenza, nei musei virtuali utilizzano una varietà di strumenti per offrire ai visitatori online un’esperienza museale “autentica”, avvalendosi di strategie tecnologiche in grado di far muovere il visitatore all’interno degli spazi virtuali e scoprire le opere d’arte in modo analogo a una visita reale.

Quali sono allora i vantaggi e gli svantaggi dei musei tradizionali e di quelli virtuali? 

Il museo tradizionale viene percepito come esperienza esplorativa che si attiva con il coinvolgimento di tutto il corpo e non solo attraverso lo sguardo: ci si muove tra le sale, attorno e di fronte alle opere, si ha precisamente il senso della propria posizione nello spazio; tutti aspetti fondamentali e imprescindibili per l’organizzazione degli spazi destinati ad una mostra e sono qualcosa quindi di diverso dal guardare immagini su uno schermo; per questo motivo bisogna riconoscere che l’esperienza all’interno di un museo virtuale non potrà mai sostituire quella reale, ma potrà invece ampliare le possibilità di interazione cognitiva e conoscitiva con le opere: i musei sono detentori, oltre che delle opere, di contenuti esclusivi, elementi fondamentali per poter dare luogo ad una strategia digitale.

I contenuti esclusivi, trasmessi in via digitale possono dare forma a strategie di comunicazione innovative, aprendo la strada ad infinite nuove possibilità di trasmissione informazioni, brand loyalty ed engagement.

Ed infatti, i vantaggi di affiancare una strategia digitale a quella tradizionale potrebbero rivelarsi molteplici anche da un punto di vista del coinvolgimento dei visitatori:

  • aumento della clientela diretta grazie agli accessi virtuali, che hanno un prezzo inferiore rispetto a quello dell’accesso fisico;
  • raggiungimento del pubblico già interessato impossibilitato a visitare in presenza la mostra, per via delle distanze o altre forme di limitazioni;
  • raggiungimento di un potenziale nuovo pubblico che diversamente non potrebbe raggiungere gli spazi del museo;
  • aumento della popolarità e la reputazione del museo;
  • coinvolgimento in remoto delle scuole per attività didattiche;
  • possibilità di partnership e co-marketing con aziende che intendono associare il proprio brand all’immaginario culturale;
  • La relazione quindi tra reale e digitale in ambito museale è quindi quella di creare nuove esperienze che non neghino l’esplorazione fisica degli spazi ma lavorino in sinergia con essa.

Il museo oggi per sopravvivere è dunque chiamato a rinnovare la propria offerta per raggiungere un nuovo pubblico attraverso nuovi canali, attuando strategie innovative, cogliendo le opportunità dei tour virtuali per generare nuove opportunità di business, e coinvolgere persone da tutto il mondo grazie a contenuti in grado di generare emozioni uniche.

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