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Turismo e mobile: quando la scoperta passa attraverso lo smartphone

Nell’ormai – tecnologicamente parlando – lontano 1994, il giurassico della telefonia mobile, la IBM, riuscì ad immettere sul mercato il suo “Simon”, che può considerarsi a pieno titolo il primo smartphone della storia, importante momento per dare uno start allo sviluppo delle applicazioni per mobile che va di pari passo con quello della tecnologia dei dispositivi: il 2008, con la presentazione Apple della versione 2.0 del suo sistema operativo, può essere considerato l’anno di consacrazione per il mondo delle app e dei dispositivi mobili chiamati universalmente smartphone.

Segue a ruota Google, la quale lanciò nel medesimo anno il nuovissimo HTC Dream con sistema operativo Android correlato di Android Market. Una mossa che rivoluzionò totalmente il modo di approcciarsi al telefono cellulare e fece impennare i download, per i quali Apple mantenne il primato per alcuni anni, fino ad essere raggiunta ed eguagliata da Android nel 2013.

Da quel momento il claim “per tutto c’è un’app” non ha mai smesso di essere confermato.

È noto a tutti che a distanza di soli 12 anni, le app sono diventate parte integrante della nostra vita: non solo perché ci rendono l’esistenza più semplice, ma anche perché hanno generato un vero e proprio bisogno nell’utenza. Basti pensare alla recentissima app “Immuni” che ha permesso di monitorare i contagi da infezione Covid e tenere a portata di mano il necessario Green Pass, o alle app per i servizi di pubblica amministrazione fino ai social e alle agende che organizzano le nostre ore inviando notifiche, avvisi e promemoria in grado di permetterci di tenere in ordine anche le caotiche giornate divise tra casa, famiglia e amici.
Le app sopperiscono oggi a molteplici funzioni, banalmente aiutano ad individuare i saldi nel centro commerciale più vicino, a scegliere i servizi di ristorazione a domicilio, a viaggiare con l’ausilio di un navigatore gratuito e persino a controllare la presenza o meno di meduse nelle acque di fronte alla spiaggia dove vogliamo passare qualche ora di relax.

Insomma, proprio grazie alle applicazioni presenti sui nostri smartphone riusciamo a non perderci tra i mille input e impegni che la realtà attuale richiede.

Restando in tema di Covid-19, ci soffermiamo sull’ effetto che i vari lockdown hanno avuto sull’ esperienza del viaggiare per meglio spiegare l’evoluzione e l’importanza che alcune applicazioni hanno assunto per permettere “viaggi di scoperta e conoscenza”, nonostante le restrizioni.

Come sono cambiate di fatto le nostre abitudini? Che ruolo hanno avuto le applicazioni per far fronte a questo immobilismo fisico ed esperienziale imposto?

Innegabile che negli ultimi due anni le nostre abitudini legate al viaggio, così come quelle di vita, sono cambiate. Gli operatori turistici, cercando di far fronte a questa crisi senza precedenti, hanno – e stanno – adottando metodi oltre che per garantire una vacanza in “sicurezza”, che possa rispettare le normative legate al distanziamento sociale e alla sanificazione degli spazi anche una promozione del territorio che inviti le persone a tornare ad esplorare i luoghi e di conseguenza ad utilizzare i servizi ad essi legati.
Il turismo in fondo altro non è altro che esperienza di viaggio in un luogo diverso da quello domestico cui siamo abituati.

Oggi possiamo dire che, grazie alle evolute tecnologie e ad internet, l’esperienza può avere inizio già prima del viaggio: utilizzare strumenti immersivi, come tour virtuali, per visionare l’alloggio prima della prenotazione, realtà aumentata o virtuale per anticipare l’esperienza in museo, utilizzare Google Maps e Street View per visitare la località di destinazione, queste ed altre sono le azioni che accompagnano un viaggiatore prima del suo movimento esperienziale.
Inoltre, l’esperienza è determinata anche da ciò che avviene nel post-viaggio, basti pensare ai turisti che, una volta tornati a casa, comprano on-line un prodotto legato alla località visitata (per mantenere il nesso esperienziale con la destinazione) e quindi per gli operatori di settore, il proporre beni alimentari, di abbigliamento, ma anche merchandising o libri sulle località visitate può rappresentare un valore aggiunto di ingaggio continuativo.

Sempre nel momento post-viaggio, è significativa la percentuale di turisti che recensiscono la loro esperienza on-line e i social in questo hanno poi una particolare importanza: se da un lato risultano fondamentali per trarre ispirazione, dall’altro sono ampiamente utilizzati per condividere la propria esperienza durante e dopo il viaggio.

In particolare, secondo la ricerca 2019 dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di Milano, il 97% dei viaggiatori digitali italiani si informa in rete prima di acquistare e l’85% conclude online almeno un acquisto (alloggio, trasporto, attività o servizio esperienziale).

Tutte attività messe in stand by durante i periodi di chiusura obbligatori.

La comunicazione digitale attorno alla destinazione ha dimostrato – e dimostra – di avere un ruolo cruciale per poter tenere alta l’attenzione del viaggiatore a livello turistico. Questo aspetto si è espresso chiaramente e con grande vigore anche durante i lockdown, quando molteplici sono state le iniziative digitali per tener viva, sebbene paralizzata, la proposta turistica. Dai contest alle piattaforme di visita on line a 360 gradi, fino alle iniziative social per continuare a viaggiare “dal divano di casa”, oltre alle campagne di enti e operatori turistici che, in attesa di riprendere le proprie attività, hanno attivato creative campagne di comunicazione per stimolare la fantasia della propria Community chiedendo di condividere proposte, suggestioni e idee di vacanze. Un esempio sono stati i tour virtuali sulla piattaforma Dubai 360 in previsione dell’Expo, o come fatto dalla città di Madrid che con un video del Dipartimento del Turismo del Consiglio comunale, pubblicato sui canali social di Visita Madrid, prometteva di “tornare invincibile e più forte che mai”, invitando nel frattempo a scoprire i principali luoghi culturali e i migliori panorami della città, gli spazi verdi e la gastronomia attraverso tour virtuali pubblicati sul profilo Instagram ufficiale.

La Svizzera invece ha lanciato il motto “Sogna adesso – parti dopo” nel nuovo video immersivo che invitava a stare a casa in attesa di tornare a viaggiare tra i suoi cantoni.

Le regioni italiane hanno partecipato attivamente a queste iniziative, il caso della Toscana che con l’hashtag #toscanadacasa, invitava a intraprendere tour virtuali, visitare musei del territorio e sperimentare ricette e giochi a tema storico. Nella fase post-Covid è ancora il digitale a poter offrire nello stesso tempo suggestioni, informazioni e garanzie di sicurezza. Esemplare il caso dell’App La mia Liguria, uno strumento per conoscere l’offerta turistica della Liguria, con oltre 2.500 esperienze enogastronomiche e percorsi, molteplici contenuti originali su luoghi e cultura  in modalità di continuous improvement, rilasciando cioè progressivamente nuovi contenuti che tengono conto anche delle indicazioni degli utenti.

Sostenere il settore turistico è stata anche una delle mission dei governi oltre che delle singole regioni. Nel mese di aprile 2020, la Commissione europea, guidata dal Consiglio europeo per l’innovazione (EIC), con la collaborazione degli Stati membri, ha ospitato EUvsVirus Matchathon, hackathon paneuropeo per collegare la società civile, gli innovatori, i partner e gli investitori di tutta Europa impegnati nello sviluppo di soluzioni innovative nelle sfide legate al coronavirus. Tra i 117 finalisti, un gruppo di studenti del PoliMi, con il progetto “it!”, piattaforma digitale con l’obiettivo di riunire i diversi attori del mercato turistico affinché possano affrontare la crisi post-pandemica. Il progetto consiste in una piattaforma “multi-sided” in cui tutti gli attori possono lavorare insieme: sostanzialmente un sito web in cui gli utenti privati ​​potranno scoprire nuovi luoghi, attività, eventi e il sistema personalizzerà per loro il viaggio fornendo informazioni aggiornate sulle misure cautelative adottate per far fronte al Covid-19 da alberghi, ristoranti e altre attrazioni oltre a canali ufficiali di informazione e indicazioni sui comportamenti da adottare nella preparazione del viaggio.

Proprio uscendo da questa crisi il digitale, interfacciato da app usabili e altamente tecnologiche, ha dimostrato che è in grado di favorire anche la promozione di territori che in passato erano al di fuori dei circuiti turistici più tradizionali, e questo proprio perché consente di costruire una narrazione focalizzata alla promozione di determinate caratteristiche.

All’inizio del 2020, quando nulla lasciava presagire la diffusione della pandemia, e le previsioni di crescita del settore turistico italiano nel suo complesso erano in netta ascesa, si riteneva in ogni caso che l’innovazione tecnologica di comparto sarebbe continuata in modo costante, come già visto negli ultimi vent’anni, senza che nulla potesse costituire una battuta d’arresto.
Questo è ancora più vero oggi, dal momento che si tratta di rilanciare un settore pesantemente danneggiato per il quale il digitale può costituire, come si è visto, un modo per interpretare e rispondere anche anticipando i segni del cambiamento e le esigenze del turista, che in brevissimo tempo si spostano in base a bisogni e alle nuove tendenze.

Regioni come l’Emilia Romagna stanno sottoscrivendo diversi progetti che mirano al rilancio dei Musei regionali, patrocinando tecnologie e associazioni che in sinergia cooperano al fine di rendere sempre più fruibile il servizio culturale.
È il caso di Fisica Experience, sezione del Museo del Cielo e della Terra di San Giovanni in Persiceto, con la web app Fisica Experience Mobile Tour, sviluppata da Mango Mobile Agency per Lepida ScpA: un’interfaccia interattiva ideata per i visitatori in loco e non, che permette di approfondire elementi situati nel museo e compiere percorsi conoscitivi unici e in linea con il singolo visitatore.

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